Qualche giorno fa stavo guardando con mio figlio La spada nella Roccia. A un certo punto Semola e Mago Merlino si trasformano in due pesci ed iniziano ad esplorare il fossato del castello, quando a un tratto vengono attaccati da un luccio affamato. Semola dice “Presto Merlino la magia!” e Merlino risponde “Oh no ragazzo, devi provare a cavartela da solo!”
Così, mentre osservavo il luccio inseguire Semola terrorizzato, io mi trovo a pensare: “Certo che Merlino poteva anche fare una magia e aiutarlo poverino…” Questo mio pensiero mi ha portata a riflettere.
Quante volte offro aiuto a mio figlio invece di lasciarlo provare? Quante volte lo tolgo dai pasticci, mentre gli farebbe un gran bene arrangiarsi? Per un attimo ho pensato che Mago Merlino fosse un genitore molto migliore di me!
E in effetti spesso è così: aiutiamo i bambini ad allacciarsi le scarpe, a infilarsi la felpa, ad agganciare due mattoncini del lego e tanto altro.
La risposta potrebbe banalmente sembrare un si…e se invece non fosse così?
A partire da 1 anno e mezzo i bambini sono spesso molto determinati nel voler fare le cose da soli e questo avviene per diversi motivi:
In questa fase i genitori devono continuamente decidere quando favorire e quando invece frenare i tentativi di autonomia dei loro piccoli, anche perchè spesso queste prove richiedono un sacco di tempo. Sfortunatamente molte volte noi accorriamo in loro aiuto, ovviamente con amore e con l’intento di fare una cosa a loro utile, però invece di aiutarli li penalizziamo.
Offrendo un aiuto non richiesto:
Un bambino non prova a fare qualcosa se non pensa di essere in grado, ad esempio inizierà a provare a camminare solo quando si sentirà pronto per farlo. E perché allora non gli impediamo di camminare? Seguendo la stessa logica, dovremmo fermarli perché sono troppo piccoli per camminare da soli e rischiano di cadere e farsi male.
Ma non ci opponiamo a questo, anzi li incoraggiamo a fare il primo passo, e il secondo, e a riprovarci quando cadono. E allora perché quando un bambino cresce, smettiamo di credere nel suo istinto e nelle sue capacità? Perché diventiamo così proattivi a fornire aiuto e a sostituirci a lui?
L’altra mattina mio figlio si è arrabbiato come un pazzo perché gli ho tolto dalle mani la confezione del succo e glie l’ho versato nel bicchiere. Il fatto è che era un brick gigante e appena aperto e io già mi vedevo due litri di succo di frutta scorrere sul tavolo. Allora ho preso un nuovo bicchiere e l’ho lasciato fare: sono rimasta colpita da quanta attenzione ha posto nel versare, tanto che non ha lasciato cadere neppure una goccia. Ha imparato a gestire anche un flacone così grande e pesante e ha imparato da solo, provando a farlo.