I “terribili due” hanno una certa reputazione anche tra i non genitori e questo perché in effetti intorno al compimento del secondo anno di età, i bambini iniziano un’evoluzione che non può passare inosservata per la sua dirompenza.
Fino a ieri il nostro bambino si faceva portare in giro con docilità e improvvisamente ora abbiamo a che fare con un tornado che vuole camminare da solo, o meglio correre, possibilmente senza dare la mano. Se prima potevamo parlare con qualcuno che ci ascoltava sorridendo, adesso quel qualcuno inizia ad avere delle opinioni personali. Ogni cosa diventa una lotta di potere. E che dire poi dei “no” a ripetizione, associati ad attacchi di ribellione, collera e capricci?
Ma cosa sta accadendo?
Se ci facciamo caso, il bambino inizia anche a pronunciare spesso il pronome “io” e diventa capace di riconoscersi allo specchio: incomincia a sentirsi un individuo dotato di pensiero e volontà, che può affermare la propria individualità e desiderio di autonomia.
E con chi farà valere più fortemente la propria affermazione e opposizione? Ovviamente la mamma, cioè la persona con cui il bimbo ha più confidenza e con la quale ha più lungamente sperimentato la simbiosi, dunque è assolutamente normale per le mamme sentirsi molto stressate in questo periodo: i bambini richiedono moltissime attenzioni e la stanchezza spesso mette a dura prova la pazienza e la serenità, con il conseguente carico dei sensi di colpa quando capita di perdere le staffe.
Nei primi anni il cervello umano cresce molto più di quanto non accada nel resto della vita e tanto è difficile per noi adulti processare questo percorso di sviluppo, tanto più travolgente è per i nostri piccoli che lo sperimentano in prima persona.
Purtroppo i due-enni, non riescono ad esprimersi verbalmente come io ho appena fatto e la loro corteccia prefrontale (cioè la parte del cervello che controlla gli impulsi) non è abbastanza sviluppata da permettergli di comportarsi in altri modi.
Quando nostro figlio inizia a fare i capricci al supermercato o al parco giochi, è scomodo e decisamente imbarazzante ed è difficile non badare a cosa starà pensando di noi la gente che vede il nostro bambino urlare e contorcersi sul pavimento come se lo stessero torturando. La nostra preoccupazione però non deve essere la gestione dell’opinione altrui, bensì la gestione dello stato d’animo del nostro piccolo.
E’ difficile restare calmi di fronte ad ogni capriccio, specialmente nelle giornate in cui veniamo messi a dura prova e a volte capita anche ai genitori di sbagliare e di non riuscire a controllarsi o a gestire correttamente la situazione, ma non è un dramma. L’importante è chiedere scusa, in modo da rendere un errore una situazione di apprendimento di come funziona il rispetto: basta ricordare che siamo noi genitori il punto di riferimento e tocca a noi ristabilire la tranquillità e l’equilibrio.