Quando abbiamo un’aspettativa, viviamo cercando di anticipare gli eventi e guardiamo al futuro piuttosto che stare nel presente, facendo riferimento alle nostre idee preconcette su come dovrebbero essere le cose. L’occasione della nascita di un bambino è una circostanza perfetta per dare spazio alle più variegate aspettative: quelle per il parto, l’allattamento, il sonno, lo svezzamento, lo spannolinamento e così via… Ci sono aspettative specifiche per età, genere, comportamento, crescita, sviluppo, apprendimento e chi più ne ha più ne metta. Ci viene sempre detto da chiunque cosa dovremmo aspettarci e quando: c’è persino un noto best seller intitolato “Cosa aspettarsi quando si aspetta“!
Quando è nato mio figlio, mi hanno detto di aspettarmi che si nutrisse ogni due ore per circa 20 minuti e che bagnasse tra sei e otto pannolini in 24 ore. In seguito mi è stato detto di aspettarmi che sarebbe stato seduto verso i sei mesi, che avrebbe camminato verso l’anno, parlato a due, dormito tutta la notte per i tre, tolto il pannolino entro i quattro. Il solo pensare a tutte queste tappe è estenuante e mette un sacco di pressione su di noi ogni qualvolta i nostri figli sono in ritardo sulla presunta tabella di marcia.
A volte possiamo arrivare a credere che sia merito della nostra bravura se tali aspettative vengono soddisfatte entro un determinato periodo di tempo e questo ci può far ritenere erroneamente che il nostro lavoro sia di modellare i bambini affinché rispettino queste tappe.
Le nostre aspettative si formano attraverso la nostra educazione e valori, le credenze culturali e le pressioni della società, quindi non è affatto semplice disfarsene. Quello che di contro possiamo fare è cercare di esserne più consapevoli, chiedendoci se esse sono ragionevoli o utili.
È molto facile lasciarsi coinvolgere dalle nostre convinzioni su cosa dovrebbero fare i bambini, peccato che tutti gli individui funzionano meglio quando fanno le cose spontaneamente, per amore, desiderio o autocompiacimento, dunque spesso le nostre imposizioni hanno un effetto più negativo che positivo. La verità è che non importa cosa fa la maggior parte dei bambini di una certa età, cosa possono fare maschi e femmine, cosa fanno una sorella o un fratello: ciò che conta è il singolo bambino, in quel momento specifico. Perchè spesso basiamo le nostre aspettative anche su ciò di cui un bambino è DI SOLITO capace, ma nessuno è la stessa persona momento per momento: lo stesso bimbetto che si sente bene e riposato non si comporterà come quando è stanco, affamato o emotivo.
Quando trasformiamo le nostre aspettative in accettazione, il mondo cambia istantaneamente. L’accettazione non è sempre facile, ma è qualcosa che tutti noi desideriamo: significa essere presenti e apprezzare ciò che c’è.