In realtà esiste una vera Sindrome da Stress Post Aborto (PSA, Rue 1981), i cui sintomi sono stati studiati soprattutto in America, Canada e Nord Europa e pare che il 62% delle donne che hanno effettuato aborti volontari ne soffra. Fa parte dei normali Disturbi Post Traumatici da Stress, in cui lo stress è determinato proprio dall’interruzione della gravidanza e può essere vissuto, sia dalle donne, che dagli uomini, sebbene in maniera differente.
Gli effetti psicologici dell’IVG si manifestano in modo estremamente variabile, perché sono correlati alla struttura psichica della persona, comunque i sintomi più diffusi sono: il senso di colpa in primis, in forma manifesta o nascosta, e il risentimento, fino a sentimenti di ostilità e di odio, per coloro che hanno contribuito alla scelta abortiva, con possibili ripercussioni sulla relazione di coppia. Sono frequentemente presenti anche ansia, angoscia, vergogna, tristezza, senso di vuoto, nonché forme di autopunizione, il ricorso a dipendenze da alcool o da droghe, l’autolesionismo e la drastica perdita di autostima, fino ad arrivare, nei casi più estremi, ai pensieri (talora i tentativi) di suicidio – spesso legati a date speciali, come l’anniversario dell’aborto o della data presunta del parto.
Se questo accade normalmente, figuriamoci quanto possa essere destabilizzante una gravidanza inattesa, che può sconvolgere al punto dal portare le persone a sentirsi completamente sopraffatte. Se a ciò aggiungiamo il poco tempo a disposizione per prendere delle decisioni, capiamo come possa essere semplice incappare in una scelta irreparabile con la quale non è poi facile convivere o semplicemente portarsi pervasivamente appresso la domanda “e se non lo avessi fatto come sarebbe oggi la nostra vita?”
E anche laddove invece ci sia una forte certezza che interrompere la gravidanza sia la strada giusta da percorrere, è importante offrire supporto e accompagnamento, perché la convinzione e la razionalità comunque non sono sufficienti a gestire le emozioni e i pensieri che si possono risvegliare perché comunque l’aborto recide un legame profondo e ancestrale, quello della donna con la vita.
La morte di un figlio, in qualunque momento della vita o circostanza, lascia inevitabilmente una ferita profonda e perenne nel cuore di un genitore e questo dolore a maggior ragione può essere ancora più forte se sono stati proprio il padre e la madre a determinare questa perdita, che richiede un’elaborazione ed una riconciliazione, nonché un atto di perdono verso sé stessi.