La maternità è un percorso di cambiamento a tutto tondo per una donna: si modifica lo stile di vita, si riassestano gli equilibri di coppia, si rileggono in una nuova chiave le relazioni (soprattutto quelle amicali e parentali) e infine mutano le esigenze personali.
Sebbene questo sia facilmente intuibile ai più, nella pratica, la portata di questa rivoluzione è costantemente sottostimata da chi si interfaccia con una neomamma, che viene spesso trattata per la persona che era prima della nascita del suo bimbo.
Ricordo ancora che, qualche giorno dopo la nascita di mio figlio, alcuni amici mi avevano proposto di venirci a trovare un sabato sera dopo cena (quindi ottimisticamente verso le 23) e io avevo pensato che fossero completamente pazzi! In effetti quello era un orario che per noi era sempre andato bene in passato, ma era diventato inopportuno con un bimbo di pochi giorni in casa.
Proprio l’altro giorno, una mamma mi raccontava di quanto per lei fosse frustrante subire certi comportamenti da parte di un paio di amiche. “Hai mai detto loro quello che stai dicendo a me?” ho chiesto, “No, perché di sicuro si offenderebbero.”, mi ha risposto.
Eccoci al dunque.
Tendenzialmente dire di no o far valere le proprie necessità spaventa, perché si teme di perdere la stima, la vicinanza o l’affetto dell’altro ed erroneamente si crede che, assecondandone le richieste, è possibile assicurarsi il suo apprezzamento. In realtà, i sentimenti negativi che naturalmente insorgono quando mettiamo in secondo piano un nostro bisogno reale, vanno ad impattare sfavorevolmente sul rapporto con la persona in questione, che tra l’altro, avendo ricevuto il nostro benestare, si sentirà autorizzata a reiterare il comportamento o la richiesta del caso, generando un circolo vizioso di frustrazione e incomprensioni.
Ciascuno ha il diritto (anzi, il dovere!) di dire agli altri che cosa è concesso e cosa no all’interno di una relazione, perché questo crea chiarezza e aiuta i rapporti a funzionare bene, soprattutto nel momento in cui comunichiamo in maniera assertiva.
L’assertività consiste nella capacità di esprimere in modo chiaro e onesto le proprie emozioni, opinioni, bisogni e sentimenti senza tuttavia offendere, né aggredire l’interlocutore. Chi si comporta in maniera assertiva, agisce per ottenere ciò che ritiene opportuno per sé, pur rispettando i diritti (ma non necessariamente i desideri) degli altri.
Spesso le mamme mi raccontano di circostanze in cui vorrebbero dire di no e si ritrovano puntualmente ad assecondare le richieste dell’altra persona, mettendo a tacere le proprie esigenze e provando pertanto una grande insoddisfazione.
Per comunicare in maniera assertiva è necessario:
Paola, la suocera di Sara, si presenta spesso a casa sua senza avvisare. Non abitando lontano da casa, capita che, passando nella via, faccia una breve visita anche solo per portare qualcosa da mangiare o per ritirare i panni da stirare o per darle una mano col piccolo. Sara sa che le intenzioni di Paola sono le migliori e che la aiuta davvero tanto. Allo stesso modo, Sara vive molto male queste visite inattese perchè sente che il suo spazio personale viene violato e non le piace accogliere la suocera in disordine o in un momento in cui ha voglia di stare da sola.
Sara può decidere di agire in maniera passiva, subendo queste “incursioni” e covando rancore per Paola, oppure può risponderle in maniera aggressiva, affrontando la suocera e dicendole “Non puoi continuare a venire qui ogni volta che ti pare e piace, non è educazione far visita senza avvisare!”.
Altrimenti può dirle, in modo assertivo: “Grazie mille Paola, per il tuo aiuto. Quello che fai è molto importante per me e non so come farei senza di te. Allo stesso modo però ti chiedo la cortesia di avvisarmi quando vuoi venire, in modo che io possa dirti se per me è un buon momento per riceverti e se non lo è, possiamo concordare insieme quando puoi passare a farci visita.”
Così facendo, Sara esplicita la sua riconoscenza, mostra empatia rispetto alle intenzioni della suocera e le esprime il suo sincero apprezzamento, ma allo stesso tempo valorizza le sue esigenze, mettendo in chiaro le regole delle visite.
Può essere difficile diventare assertivi, per alcune persone sicuramente di più che per altre, però, l’assertività è una competenza che si può imparare con la pratica.
Tu a che punto sei?