Se provate a digitare su ‘Google Immagini’ la parola “maternità”, vedrete comparire solo fotografie in cui le mamme appaiono felici, trasognate, belle e realizzate, mentre stringono bimbi sorridenti, addormentati e angelici. Quando una donna diventa mamma però, incontra una realtà che è anche quello, ma che soprattutto agli inizi, può essere molto diversa.
Un pò di tempo fa, ad un convegno, ho assistito a un interessante intervento della collega Gisella Congia, psicologa esperta perinatale. Essa ha fatto un bellissimo lavoro fotografico intitolato “Chiaroscuri nella Maternità“che racconta, con immagini estremamente realistiche, le ambivalenze che vivono quotidianamente le neomamme (vedi la sua pagina https://www.gisellacongia.com/fotografia/ricerca-sociale/chiaroscuri-nella-maternita/). In questo incontro Gisella ha mostrato la foto di una Akuaba, la statua della fertilità ganese, facendoci notare come questa icona non avesse un ventre prominente come ci aspetteremmo dalla figura che incarna la fecondità, ma una grande testa.
Quante volte mi sono sentita dire: “Nessuno ti prepara a questo!“. E se è certamente impossibile preparare davvero perchè la maternità è un percorso unico che va sperimentato, però è vero anche che dare una visione più completa e realistica di certo sarebbe d’aiuto, quantomeno a ridimensionare le false aspettative.
La maternità ti isola.
Passi ore al buio da sola dondolando, consolando o allattando un neonato o giornate intere bloccata in casa con il bambino malato in inverno.
La maternità è monotonia.
Cambiali, nutrili, lavali, falli dormire. Ripetere. Ripetere. Ripetere.
La maternità è sacrificio.
E’ fare la pipì sempre in compagnia o andare a caccia di un momento per fare una doccia. E’ cercare di fare più lavori possibile mentre il bimbo fa un pisolino, quando il pisolino servirebbe in primis a te. E’ tornare a casa dal lavoro e riuscire a malapena a respirare prima di passare da un ruolo all’altro.
La maternità è un confronto continuo.
A quale tipologia di genitori appartieni? Pro questo? Contro quello? E’ la preoccupazione di non essere abbastanza o di dover fare diversamente. È la paura di viziare i bambini o di essere troppo punitivi. Una continua misurazione con alcuni status quo, mentre tu stai facendo di tutto per combattere le tendenze e ascoltare i tuoi istinti interiori e le reali esigenze dei tuoi figli.
La maternità è un atto di bilanciamento.
E’ essere presenti nei momenti giusti e lasciar andare quando opportuno, che poi chissà mai se ci azzecchi con le tempistiche. E’ cercare di rubare secondi per sé stesse senza essere manchevoli con gli altri. E’ cercare di portare a termine qualcosa mentre vieni continuamente interrotta.
La maternità è non farcela più.
Quando ti senti come se non avessi più energie e invece devi tirarne fuori altre. Quando sei così provata che vorresti solo staccare il tuo bimbo dal tuo seno dolente, ma resti li e sopporti. Quando gli urli come una pazza e due secondi dopo ti stai stramaledicendo per averlo fatto. Quando piangi perchè non sai più che pesci pigliare e ti senti un’incapace.
La maternità è apprezzare le piccole cose.
Tipo il fatto che sei riuscita a sopravvivere un altro giorno avendo a che fare con un milione di capricci o con un bambino che discute su tutto e che continua a sfidarti e spingere ogni limite. O che sei riuscita a mantenere in vita tuo figlio nonostante i suoi ripetuti attacchi alla sua incolumità.
E poi, certo, LA MATERNITA’ E’ MERAVIGLIOSA, è incredibile e sa essere sempre oltre ogni aspettativa inogni senso.
Sono piccole manine che afferrano le tue e cancellano i rovesci di rabbia e sconforto. Minuscole persone con un po’ di te dentro. E’ provare amore incondizionato. Sono le coccole e i baci più belli e teneri. Occhietti chiusi che chissà cosa sognano. E’ un “Mamma mi sei mancata” che ti fa esplodere il cuore di gioia.
Immagine di Gisella Congia “Chiaroscuri nella maternità”, comprendente un progetto fotografico e un video documentario con interviste a neomamme, diventato nel 2013 un art-book edito dalla casa editrice sarda Cenacolo di Ares. Gisella Congia è psicologa esperta perinatale e fotografa psicosociale, autrice di progetti d’arte sociale sui temi della genitorialità, tra i quali Chiaroscuri nella Maternità (Cenacolo di Ares, 2013).