Di recente ho letto un articolo molto interessante sulla differenza tra obbedienza e ascolto e mi sono resa conto di quante volte si dica “mio figlio non mi ascolta” intendendo in realtà “non fa ciò che gli dico”. In effetti è vero che spesso per noi il termine ‘ascoltare’ significa più che altro ‘obbedire’, però in questo modo i bambini imparano che ascoltare comporta di dover abbandonare il proprio intento e sottomettersi al volere altrui.
Se ci pensiamo invece, l’ascolto attivo è tutt’altro: significa prestare attenzione per poter comprendere il punto di vista altrui ed essere psicologicamente disponibili e interessati al messaggio di chi ci sta parlando.
Eppure nel nostro linguaggio comune, di frequente ‘ascoltare’ e ‘obbedire’ possono essere utilizzati come sinonimi. Siamo cresciuti così e, non a caso, anche noi adulti nella maggioranza delle situazioni prestiamo ascolto con un atteggiamento un po’ guardingo, pronti a difendere la nostra posizione, come se l’altro volesse in qualche modo influenzarci o imporci il suo volere.
Fate caso a cosa succede sui social. Quante volte i messaggi di commento ai post si trasformano in veri e propri scannatoi in cui le persone utilizzano modalità aggressive, offensive e brutali? Tantissime. Eppure, quando io navigo su un social e vedo un post che non mi corrisponde, posso decidere semplicemente di lasciarlo andare e leggere altro. Oppure posso anche commentarlo, offrendo una visione diversa, senza però pretendere che il mio punto di vista venga accettato, e senza essere offensiva o aggressiva, perché di fatto quel post non è indirizzato direttamente a me. Invece spessissimo i contenuti vengono presi sul personale, come se racchiudessero un’implicita richiesta di accondiscendere.
Tutti noi vorremmo avere figli che ci ascoltino, ma per raggiungere questo obiettivo è necessario che comprendano perché dovrebbero ascoltarci. Se vogliamo che i nostri bambini ci seguano quando chiediamo loro di fare qualcosa, dobbiamo imparare a nostra volta a credere in loro e a rispettarli, comprendendo il loro bisogni e anche accettando che abbiano posizioni diverse.
E’ vero, su certe cose non si può cedere. Se è inverno e vuoi uscire senza giacca non te lo posso permettere. Magari posso però portarti sul terrazzo a sentire che fuori si gela. E se ancora non ti convincerai, certo, ti dovrò comunque mettere il cappotto, ma non senza avertelo spiegato in maniera educata.
Dunque ogni qualvolta pensiamo “mio figlio non mi ascolta” chiediamoci se non ascolta o non obbedisce, e da li ripartiamo.